Capita a tutti prima o poi di attraversare un momento difficile.
Una delusione amorosa, il tradimento di un amico, il rapporto con la famiglia, il lavoro precario, sono fattori determinanti che possono stravolgere il nostro equilibrio mentale.
Viviamo in un mondo frenetico dove lo stress è una realtà quotidiana.
Per questo capita a volte di sentirsi malinconici e mentalmente spossati.
Nei casi più seri si entra in depressione ed emergono tante paure, si perde l'autostima e ci si chiude in se stessi, sino a non avere più rapporti sociali.
L'importante è sapere che non siamo i soli ad attraversare questo periodo, al mondo esistono tante persone che hanno sofferto, anche più di noi, ma che sono riuscite a ritrovare la felicità interiore.
Qualsiasi momento stiate passando, qualsiasi motivo vi rende infelici, sappiate che tutto si può risolvere.
Da non confondere con la depressione, la malinconia è quella sensazione che serve a darci il giusto equilibrio, portandoci a criticare i nostri sbagli per migliorare noi stessi.
A dirlo è uno studio statunitense, che definisce la tristezza non come un disturbo mentale ma come una parte importante delle emozioni, che ogni individuo ha il bisogno di ascoltare.

di SARA FICOCELLI
- I poeti maledetti francesi la trasformavano in poesia, gli attori come James Dean e River Phoenix in fascino e seduzione. Oggi invece la tristezza viene associata quasi sempre alla depressione. Stravolgendo, secondo lo studio di alcuni scienziati americani, la natura di uno stato d'animo di per sè nobile e tutt'altro che negativo.
Gli studi effettuati dimostrerebbero che la tristezza è qualcosa di intrinseco e naturale alla natura umana, riscontrabile persino negli animali, e che niente ha a che vedere con il fenomeno - più complesso e originato da sintomi precisi - della depressione.
La tristezza può essere una risorsa, un peso capace di controbilanciare quell'euforia che spesso ci avvicina al pericolo. Sarebbe, dunque, uno dei tanti colori della tavolozza dell'anima, dal tono sfumato, un po' cupo e freddo. Ma il buon pittore sa che escludere grigio, nero e marrone da un quadro non ha senso.
"La tristezza è una sensazione molto importante, che aiuta a rivedere criticamente gli errori commessi e porta a correggerli". "Pensiamo ad esempio ai rischi dell'euforia primaverile: acquisti smodati, relazioni amorose rischiose... Sembra assurdo, ma la gioia incontrollata può causare dei danni alla nostra vita. Il corpo e la mente hanno bisogno di fermarsi un attimo e la tristezza, in questi casi, aiuta".
La depressione, invece, è tutta un'altra cosa. Essa si diagnostica se una persona presenta almeno cinque dei nove sintomi standard: umore depresso, perdita di interesse nei confronti di qualsiasi attività, calo dell'appetito, insonnia, ipersonnia, perdita di energia, senso di colpevolezza, difficoltà nel concentrarsi e prendere decisioni, pensieri ricorrenti di morte e suicidio. Ma soprattutto, la depressione è una malattia genetica, ereditaria che sboccia a seguito di un trauma - una separazione amorosa, la perdita del lavoro o di una persona cara - sulla base di una precisa predisposizione. Chi non è "segnato" geneticamente soffrirà moltissimo, ma alla fine supererà l'accaduto.
La depressione, è comunque ben riconoscibile, perché tocca le corde del dolore profondo. "Un dolore morale fortissimo che solo la terapia farmacologica può curare. Per chi invece non è depresso, assumere psicofarmaci non serve". E' più utile forse fare una chiacchierata con un amico o una passeggiata al sole.